Volumnia, il bello e il buono a Piacenza

Il complesso della Basilica di Sant’Agostino a Piacenza è grandioso. Il corpo di fabbrica della chiesa, di origine cinquecentesca, colpisce per l’ardita architettura a cinque navate, per la grande facciata rientrata dal pavimento stradale, per i volumi vertiginosi e per gli spazi ariosi.
Ha una storia tumultuosa: sottratto al culto dopo un paio di secoli fu destinato all’utilizzo militare, con varie vicissitudini, con numerosi passaggi di mano. Fu durante queste seconde e terze vite dell’edificio che venne annessa alla chiesa una falegnameria: seppur d’umile destino, di eleganti proporzioni e splendida collocazione, racchiusa sotto un notevole soffitto a capriate. Oggi ricostruito, con una ristrutturazione attenta, funzionale ma in fondo rispettosa, e convertito a locale conviviale.
La parte nobile, il corpo di fabbrica stesso della chiesa, ospita invece un progetto espositivo di grande spessore: Volumnia racchiude infatti una collezione di pezzi di design di altissimo pregio, e mostre temporanee di impegno e spessore.

"Volumnia - recita il sito - è un progetto di rinascitadi un luogo storico e iconico della città di Piacenza, la cui bellezza è rimasta nascosta al pubblico per anni. Enrica De Micheli, gallerista con esperienza tra antiquariato e moderno, propone uno spazio espositivo dedicato al design storico italiano all’interno di una chiesa rinascimentale sconsacrata,con radici ai piedi di maestosi colonnati che si innalzano per dozzine di metri da terra"

E in effetti camminare nei grandi spazi è quasi motivo di vertigine: non a caso accanto all'intervento achitetturale di Enrico De Benedetti leggiamo gli interventi "nello spazio" di Davide Groppi, che enfatizzano le sfumature di mistero e misticismo insiti nell'origine stessa dell'edificio.

Nomi importanti anche nella collezione di design, nomi che non sono sconosciuti anche al pubblico non settoriale: Vico Magistretti, Gio Ponti, Tobia Scarpa; Gianfranco Frattini, Gae Aulenti, Paolo Buffa.

La scelta dell'uomo - del personaggio giusto - per il ristorante è caduta su Luigi Taglienti, una delle firme più luminose della cucina italiana contemporanea. La classe cristallina, il governo assoluto della materia culinearia ne fanno un interprete d'eccezione del nostro tempo a tavola. Capace di veleggiare su accostamenti inediti - banana e coppa piacentina - e classicità inossidabili come il foie gras grazie ad una tecnica adamantina, Taglienti ripesca dalla sua storia e dalla Storia momenti di assoluto piacere, come la sua Lasagna, un condensato di quello che si sa e quello che si dovebbe sapere della cucina popolare; attraversando una salsa "albufera" o una riduzione di cassoeula con la stessa nonchalance

Un binomio folgorante, cucina e design, che ci ripromettiamo di tenere a mente.