Taormina, il bello e il buono

Sulle origini del magnifico insediamento siciliano ci sono infinite leggende e storie, rese anche più interessanti dalla vulcanica - in tutti i sensi - attività dell’Isola in epoca remota. La straordinaria complessità delle vicende militari e civili dall’antica Trinacria non possono essere sintetizzate nè in un racconto nè in unico volume: i popoli siciliani pre romani furono attraversati da un insondabile vortice di allenze, conflitti, rivoluzioni che ne definirono la ricchezza non solo archeologica ma pure antropologica.

Anche Taormina non sfugge a questa turbinosa congerie di documenti storici più o meno leggendari: indigeni e invasori fecero a gara a contendersi questi grandiosi territori. Dunque se da un lato ci sono ampi margini di incertezza sulle origini della città, dall’altro abbiamo un punto fermo: Taormina è antica, antichissima, e fu considerata luogo d’elezione da tre millenni ad oggi. Anche l'origine del nome è incerta, anche se "Tauro" - nome del monte sui cui fianche giace, a 200 metri sul livello del mare - e "Moenia", che significa mura, sono una etimologia convincente.

La maggior testimonianza dell’antica grandezza della città è senza dubbio il Teatro. Dal punto di vista archeologico, al netto dei rimaneggiamenti avvenuti nei secoli intermedi - fu anche un palazzo d’abitazione - il Teatro offre un connubio unico al mondo tra la bellezza romantica e decadente del rudere in ottime condizioni e una vista che può lasciare indifferente solo un cuore di pietra. Lo sfondo del Mar Ionio e dell’Etna valgono il viaggio senza alcun dubbio. Oggi le gradinate possono ospitare in sicurezza almeno 5000 spettatori, più del doppio in età classica.

Del resto Taormina fu tappa premiante del Grand Tour, quando gli intellettuali di mezzo mondo venivano ad abbeverarsi di storia ed emozione in Italia, fin qui .

E tutt’ora Taormina si offre generosamente alla cultura, all’arte e al turismo.
David di Donatello, Taormina Film Fest, Taormina Arte, oltre al fitto palinsesto di manifestazioni che tutt’ora impreziosiscono il calendario del Teatro costellano la vita culturale e mondana della città.
A latere il luogo fiorisce di strutture d’accoglienza di eccezionale qualità. Rinomati Hotel di alto livello ospitarono e ospitano personaggi illustri così come viaggiatori che non rinunziano al comfort e al benessere, mentre prestigiosissime tavole attendono appassionati di alta cucina.

San Pietro e Timeo offrono oltre alla qualità a cinque stelle panorami da coup de foudre, mentre il Mazzarò e il Sea Palace consentono un soggiorno “con i piedi nell’acqua” a fronte del fascino di un’accoglienza di sapore italiano e siciliano.

Anche la gastronomia taorminese combina l’enorme patrimonio culturale dell’Isola con la creatività di grandi chef. La prestigiosa Guida Michelin ne seleziona diversi, premiandone ben quattro  in città con il riconoscimento più ambito: Otto Geleng, Principe Cerami e La Capinera si fregiano di un “macaron”, mentre St.George ne porta addirirttura due grazie al prestigio del celeberrimo chef Heinz Beck. Basta poi spostarsi di qualche chilomtero per incontrare Zash e Shalai, anch’essi “decorati” con la stella pneumatica, incorniciando così una densità che ha pochi altri paragoni.

Poi c'è pure Isola Bella, ma questa è un'altra storia.

«Se ci si colloca nel punto più alto occupato dagli antichi spettatori [del Teatro antico], bisogna riconoscere che mai, probabilmente, un pubblico di teatro si vide davanti qualcosa di simile. Sul lato destro si affacciano castelli dalle rupi sovrastanti; più lontano, sotto di noi, si stende la città e, nonostante le sue case siano d'epoca recente, occupano certo gli stessi luoghi dove in antico ne sorgevano altre. Davanti a noi l'intero, lungo massiccio montuoso dell'Etna; a sinistra 1a sponda del mare fino a Catania, anzi a Siracusa; e il quadro amplissimo è chiuso dal colossale vulcano fumante, che nella dolcezza del cielo appare più lontano e più mansueto, e non incute terrore.»
[Johann Wolfgang Goethe, Viaggio in Italia, 1787]