Langhe

Langhe: in poco più di cento anni abbandonano progressivamente il loro stato di zona depressa, spopolata, fatta di miseria e fatiche, e assurgono prima a tesoro dell’agrolimentare e poi, addirittura a Patrimonio UNESCO dell’Umanità. Una trasformazione che è stata in parte locomotiva anche di tutto il comparto enologico del nostro paese. Ma sopra tutto - a braccetto con la Toscana che ne rappresenta il lato più iconografico e pittoresco - del fenomeno dell’eno-gastroturismo.

L’origine del nome è discussa: pare che sia la contrazione del ligure antico “langates”, castello, in virtù delle popolazioni che colà vivevano. Di certo “langa” è una parola diffusa in piemonte che può significare “collina” o “lingua”, e l’accostamento parrebbe originato dalla similitudine con le lingue di terra che caratterizzano la morfologia della zona.

Eppure non fu nemmeno il durissimo ‘800 il nadir della parabola della storia Langarola: lo scandalo del vino adulterato che esplose nel 1986 in realtà portò alla luce pratiche illecite di sofisticazione del prodotto enologico che se da un lato causarono un tracollo dei consumi - pari ad un quarto del totale - dall’altro segnarono un punto di non ritorno nella cultura e nell’esercizio della vinificazione. 
Narzole, epicentro della vicenda, è proprio alle porte delle Langhe.

La soluzione di continuità con le pratiche illecite segnò per contrapasso una rinascita del movimento, e da allora il territorio costruì sui propri “giacimenti” la sua fortuna. Il Nebbiolo - con le sue più nobili ed aristocratiche declinazioni del Barolo e del Barbaresco - il Tartufo Bianco d’Alba con la sua famosa Manifestazione, la Nocciola Tonda Gentile delle Langhe oltre alle Robiole e ad altri prodotti popolano l’immaginario dei viaggiatori più golori, e punteggiano le Langhe di ogni genere di punti d’accoglienza, in particolar modo per i Resort e i Ristoranti di fascia alta. 

Complessi d’accoglienza e locali stellatissimi affiancano le prestigiose cantine in cui le bottigglie richieste sono sempre di più di quelle offerte, spingendo verso l’alto le quotazioni: e tutto questo in un ambiente la cui rustica bellezza oggi può essere apprezzata, emendata dalle durezze della vita agricola dei secoli passati.

Le colline con i declivi morbidamente disegnati, le cime turrite, le vigne che coprono ogni metro quadrato sono uno spettacolo unico: anche se all’oggi una reltà che è già più di una minaccia segna il paesaggio. Anni di continua riduzione delle precipitazioni infatti hanno dato corpo ad una situazioe siccitosa che già in primavera colpisce l’occhio con larghe porzioni di terreno che conservano i colori autunnali, le viti non ancora vegetative, inducendo un senso straniante nell’osservatore. 

Cionondimeno, ma forse anche per questo, un tour nei punti focali del territorio delle Langhe è oggi una cartolina indispensabile per l’appassionato e per il ricercatore di gusto e di bellezza.