Byblos Art Hotel, la storia e dell'Arte
San Pietro in Cariano è località veneta arcinota per la produzione vinicola: innuneri sono le cantine della Valpolicella, e altrettanti sono gli scorsi di immensa bellezza che la zona ci offre. Così come numerose sono le testimonianze della ricchezza di questo territorio in tempi antichi e recenti e pure contemporanei, che qui l’operosità e il genio non sono stati lesinati.
Così che passando da Corrubbio, località già nota in epoca Romana come quadrivium, Villa Amistà pare quasi “solo” una delle tante, spettacolari ville che i secoli hanno lasciato in eredità al presente. Ma appena varcata la soglia dle grande cancello ci si rende conto dell’unicum che da queste parti si è venuto a creare.
Risale al XV secolo l’opera di Michele Sanmicheli, architetto e urbanista veronese, che sulle fondamente di un preesistente edifizio romano edificò il corpo centrale della villa. Ma nei secoli si stratificarono interventi sempre più grandiosi fino alla costruzione attuale, per la quale siamo debitori ad Ignazio Pellegrini, della cui curiosa biografia vale la pena di ricordare la vocazione militare e quella artistica. La sua vita si divise infatti tra i combattimenti, quale alto ufficiale dei Dragoni, e il disegno architettonico, per il quale si prese d’animo a studiare le più grandi testimonianze dell’epoca. Pur percorrendo le terre in lungo e in largo, finì sempre per tornare a Verona, che gli diede i natali e lo accolse al termine della rocambolesca vita.
È su questo facondo humus artistico che si innesta l’abbagliante progetto del Byblos Art Hotel, che fonde la storia con la contemporaneità nella doppia trasformazione da Villa Aristrocratica a Hotel a Museo d’Arte.
Perchè così è: gli ambienti dell’Hotel sono straodinarie raccolte di innumerevoli pezzi d’arte contemporanea, così numerosi da perdere il conto. La mano del designer Alessandro Mendini ha reso possibile la fusione d’uso - gli ambienti della villa che diventano hotel e ristorante - e di tempo: con il passato che trascolora in un poliedrico presente.
Il contrasto tra i colori pastello delle stanze restaurate e le folgori luminose delle forme plastiche più attuali stupiscono, letteralmente, e se non bastasse si può scorrere la lista delle firme tra cui citiamo solo Ettore Sottsass e Philippe Starck, tra i più conosciuti.
Ma non è finita: non solo l’Hotel seduce per la sua fascinazione artistica, per il lusso, per il servizio opulento: annesso il ristorante Amistà in cui la brigata guidata dallo chef Mattia Bianchi serve piatti di grande cura e pensiero, attenti al luogo che li ospita ma ricchi di classe e di minuzioso puntiglio. E tutto questo in ambienti di poliedrico splendore.
Il Byblos Art Hotel è classificato come Cinque Stelle Lusso, mentre il ristorante Amistà è segnalato dalla Guida Michelin con la sua Stella.
Così che passando da Corrubbio, località già nota in epoca Romana come quadrivium, Villa Amistà pare quasi “solo” una delle tante, spettacolari ville che i secoli hanno lasciato in eredità al presente. Ma appena varcata la soglia dle grande cancello ci si rende conto dell’unicum che da queste parti si è venuto a creare.
Risale al XV secolo l’opera di Michele Sanmicheli, architetto e urbanista veronese, che sulle fondamente di un preesistente edifizio romano edificò il corpo centrale della villa. Ma nei secoli si stratificarono interventi sempre più grandiosi fino alla costruzione attuale, per la quale siamo debitori ad Ignazio Pellegrini, della cui curiosa biografia vale la pena di ricordare la vocazione militare e quella artistica. La sua vita si divise infatti tra i combattimenti, quale alto ufficiale dei Dragoni, e il disegno architettonico, per il quale si prese d’animo a studiare le più grandi testimonianze dell’epoca. Pur percorrendo le terre in lungo e in largo, finì sempre per tornare a Verona, che gli diede i natali e lo accolse al termine della rocambolesca vita.
È su questo facondo humus artistico che si innesta l’abbagliante progetto del Byblos Art Hotel, che fonde la storia con la contemporaneità nella doppia trasformazione da Villa Aristrocratica a Hotel a Museo d’Arte.
Perchè così è: gli ambienti dell’Hotel sono straodinarie raccolte di innumerevoli pezzi d’arte contemporanea, così numerosi da perdere il conto. La mano del designer Alessandro Mendini ha reso possibile la fusione d’uso - gli ambienti della villa che diventano hotel e ristorante - e di tempo: con il passato che trascolora in un poliedrico presente.
Il contrasto tra i colori pastello delle stanze restaurate e le folgori luminose delle forme plastiche più attuali stupiscono, letteralmente, e se non bastasse si può scorrere la lista delle firme tra cui citiamo solo Ettore Sottsass e Philippe Starck, tra i più conosciuti.
Ma non è finita: non solo l’Hotel seduce per la sua fascinazione artistica, per il lusso, per il servizio opulento: annesso il ristorante Amistà in cui la brigata guidata dallo chef Mattia Bianchi serve piatti di grande cura e pensiero, attenti al luogo che li ospita ma ricchi di classe e di minuzioso puntiglio. E tutto questo in ambienti di poliedrico splendore.
Il Byblos Art Hotel è classificato come Cinque Stelle Lusso, mentre il ristorante Amistà è segnalato dalla Guida Michelin con la sua Stella.